venerdì 21 settembre 2012

João Paulo Borges Coelho
CAMPO DI TRANSITO

Edizioni dell’Urogallo

Mungau viene sottratto alla sua vita quotidiana dalle forze di polizia, senza alcuna spiegazione, né la formulazione di alcuna accusa, per essere condotto prima in uno stabilimento di detenzione temporanea e poi deportato in un campo di transito, immerso nelle foreste del Nord del paese. Un romanzo perturbante, venato di toni kafkiani, sulla rieducazione degli elementi “scomodi” al regime mozambicano. La fine tessitura della prosa di Borges Coelho, però, ne fa un’opera universale, godibile ben al di fuori delle frontiere del suo paese d’origine.


«Guardate quest’orto qui vicino, l’orto del gruppo del 13.2. Cresce a vista d’occhio, tutti i giorni il terreno nudo viene trasformato in terra arata e seminata, terra che darà benefici a quelli che vi hanno investito: bei carciofi e teneri asparagi. Adesso confrontatela con quella laggiù».
[…]
«Vale la pena tutta quell’ostinazione individuale? Tanti eccessi, diciamo così, di un singolo? Vale la pena sfidare da soli la natura?»
«No!», rispondono gli alunni prigionieri, più convinti dopo essere stati dispensati da lui. «Solo nella collettività ci è possibile vincere la natura!»

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